domenica 25 maggio 2025

UNA NUOVA PROCEDURA PER I PAZIENTI CELIACI

 Sosteniamo con forza  iniziativa della nostra Asp, guidata dal direttore generale Alessandro Caltagirone - dichiara il presidente dell’Osservatorio Civico e del Comitato Consultivo dell’Azienda Sanitaria Provinciale Salvo Sorbello - che per prima in Sicilia sta attuando una procedura innovativa che prevede la  dematerializzazione dei buoni per l’acquisto di prodotti senza glutine. 

Allo scopo di facilitare l’attivazione del servizio è indispensabile, esclusivamente per i pazienti interpellati con un sms e nell’app IO, rispondere ad un questionario online e i buoni saranno caricati direttamente sulla tessera sanitaria del paziente, dotata di microchip.

Il presidente dell'Associazione Italiana Celiachia Sicilia, Paolo Baronello,  esprime la "soddisfazione di annunciare questo importante passo in avanti nella semplificazione e modernizzazione del sistema di assistenza integrativa per le persone celiache. Dopo un lungo impegno e un costante dialogo con le istituzioni, l'Associazione Italiana Celiachia Sicilia ha ottenuto un risultato fondamentale: l'introduzione della dematerializzazione del buono celiachia, che permette di accedere al buono in formato digitale, eliminando il ricorso a documenti cartacei e semplificando notevolmente le procedure per i pazienti. Con questa nuova modalità, le persone celiache potranno usufruire dei benefici a loro dedicati in modo più rapido, sicuro e pratico, riducendo notevolmente i costi per il sistema sanitario e il rischio di errori, snellendo i tempi burocratici”. 

Nella nostra provincia opera attivamente un gruppo di volontari coordinato da Consuelo Boscarino, Consigliere regionale Aic per Siracusa, Miriam Forte, che che segue  il progetto In Fuga dal Glutine, creato per le Scuole ed in particolare gli Istituti Alberghieri e dai Tutor Ristorazione Santino Privitera  e Linda Gennarino, che  curano  il progetto ristorazione nazionale AFC (Alimentazione Fuori Casa), seguendo la formazione e il monitoraggio delle attività di ristorazione (ristoranti,pizzerie,bar) per una corretta preparazione e somministrazione  dei pasti senza glutine.


SIRACUSA CONTINUA A NON ESSERE UNA CITTA’ SMART

 

“Continuiamo a non essere una città smart - dichiara il presidente dell’Osservatorio Civico Salvo Sorbello - Siracusa occupa soltanto l’89mo posto nella classifica nazionale su come evolvono le città italiane di fronte alle sfide di sostenibilità, digitalizzazione e inclusione”.

Secondo l’Ey Smart City Index 2025, giunto alla sua settima edizione, che traccia una mappa aggiornata dello sviluppo urbano delle 109 città capoluogo italiane misurando il livello di “smartness” attraverso 323 indicatori, valutando investimenti, infrastrutture secondo tre assi: transizione ecologica, transizione digitale e inclusione sociale, la nostra città si trova purtroppo nell’ultima parte della classifica. Vengono presi in considerazione, tra gli altri, fattori come mobilità sostenibile ed efficienza energetica e l’ambiente sostenibile, i comportamenti (auto non inquinanti, consumi energetici e produzione rifiuti, raccolta differenziata ecc). Nell’inclusione sociale, rispettivamente riqualificazione dei quartieri e attenzione alle fasce deboli e, tra i comportamenti, partecipazione dei cittadini e imprenditori giovanile, femminile e straniera.

La Transizione Ecologica valuta come le città riducono l’impatto ambientale adottando energie rinnovabili, promuovendo la mobilità sostenibile e tutelando il verde urbano per affrontare i cambiamenti climatici. La Transizione Digitale esamina il livello di digitalizzazione e innovazione, analizzando l’accesso a tecnologie avanzate, la connettività e l’implementazione di servizi pubblici intelligenti. L’Inclusione Sociale misura l’equità e la coesione, considerando l’accessibilità a servizi fondamentali, la riduzione delle disuguaglianze e il coinvolgimento dei cittadini nelle decisioni collettive. L’attenzione al fattore «human» da parte delle città copre principalmente tre ambiti: 1. Politiche e Dinamiche Sociali, intesa come attenzione verso le situazioni di potenziale disagio; spese sociali per determinate categorie di utenti (giovani, anziani, ecc.), attenzione al bilancio sociale anche da un punto di vista formale, capacità di erogare servizi on-line anche nell’area del disagio sociale, tradizionalmente «analogica»; strutture sanitarie capillari, per facilitare l’accesso alle cure e la risposta in caso di emergenza sanitaria (anche pandemica) 2. Digital engagement, inteso come capacità di instaurare un dialogo con i cittadini attraverso i nuovi media: piattaforme digitali di partecipazione (e-democracy), strumenti di Citizen Relationship Management (dalle app di segnalazione dei disservizi alla personalizzazione dei servizi), interazione sui Social Network. 3. Attrattività, intesa come capacità di attrarre nuovi abitanti e nuove imprese, di intercettare flussi turistici e di attrarre o trattenere nuovi talenti, funzionali ai nuovi  business e a supportare la transizione ecologica e digitale dei business esistenti.  La «Smart City», come visto, mette al centro l’ascolto del cittadino e il digitale rappresenta uno strumento che può abilitare un rapporto più efficace e più personalizzato. La «Smart City» è quindi la città che fa ricorso al digitale e ai nuovi media per migliorare l’ascolto e il dialogo con i cittadini e gli altri city-users.

I talenti vanno non solo mantenuti sul territorio, ma anche e soprattutto attratti, per alimentare l’economia digitale e creativa e i nuovi business. E’ un’azione direttamente collegata alla smart economy: se si vogliono far crescere le start-up, l’economia digitale e creativa, occorre che la città sia attrattiva per i talenti. Per questo la «smart city» deve abbinare iniziative di recupero sociale ad azioni di riqualificazione urbana per migliorare la qualità della vita e rendersi più attrattiva.

L’attrattività è stata misurata attraverso la combinazione di tre dinamiche: il saldo dei trasferimenti di residenza, e cioè i nuovi residenti, la presenza di studenti stranieri e fuori sede nelle sedi universitarie di ogni città, le nuove imprese insediate.

Lo Smart City Index è un ranking delle città intelligenti che si propone di misurare il livello di smartness coniugando centralità del cittadino, innovazione tecnologica e sostenibilità dei 109 comuni capoluogo di provincia definiti «primari» dall’ISTAT. Lo Smart City Index è costruito attraverso l’aggregazione di 323 indicatori, raccolti in 3 ambiti di analisi. Oltre il 30% dei dati utilizzati derivano da indagini svolte direttamente da EY; i restanti indicatori sono invece frutto di elaborazioni di dati provenienti da fonti istituzionali (ISTAT, GSE ecc.). EY raccoglie i dati attraverso un censimento puntuale delle iniziative di innovazione nelle città, analizzandone la pianificazione strategica e monitorando la diffusione dei servizi ponendosi nell’ottica dell’utente finale (cittadino, impresa, turista, ecc.). La scelta degli ambiti, degli indicatori e delle loro aggregazioni è stata effettuata dal Centro di Competenza per le Smart City di EY, con la collaborazione di professionisti ed esperti delle varie tematiche analizzate, al fine di poter descrivere al meglio i fenomeni di innovazione che si sviluppano nelle città.

Appare evidente come si stia affermando anche a livello nazionale la tendenza delle città ad essere sempre più a misura d’uomo. Di conseguenza l’Index 2025 ha posto l'accento sugli aspetti sociali, aggiungendo nuovi indicatori sull’inclusione e sulla sostenibilità dei comportamenti quotidiani, come le competenze digitali e le pratiche ecologiche dei cittadini. Partecipazione dei cittadini, riqualificazione dei quartieri, dinamiche sociali (povertà, lavoro, anziani), imprenditoria giovanile, femminile e straniera e le dinamiche di attrattività urbana. 

“Avremo modo di analizzare con attenzione i 323 indicatori di questo prezioso strumento conclude il presidente dell’Osservatorio Civico, che è anche presidente del Comitato Consultivo dell’Asp di Siracusa -  con l’obiettivo di continuare ad offrire un contributo costruttivo al bene comune della nostra amata città”. 


SERVE TRASPARENZA PER IL NUOVO OSPEDALE CHE E’ DI TUTTI GLI ABITANTI DELLA PROVINCIA DI SIRACUSA

 “Il parere espresso dall’Assemblea Generale del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici nella seduta dell’8 aprile scorso in merito al progetto definitivo relativo alla realizzazione del nuovo complesso ospedaliero di Siracusa, va analizzato in maniera chiara, trasparente, tenendo conto di tutti i riflessi che un’opera del genera provoca per la nostra realtà provinciale.

Abbiamo sempre sostenuto - dichiarano il presidente dell’Osservatorio Civico Salvo Sorbello, i due vice Donatella Lo Giudice e il coordinatore tecnico-scientifico Franco Cirillo - e lo confermiamo in maniera ancora più convinta ora, che il Nuovo Ospedale di Siracusa è di tutti i cittadini, appartiene a tutti coloro, abitanti di Siracusa e della sua provincia  che per tanti anni sono stati penalizzati da strutture sanitarie non all’altezza. 

Le 33 pagine del parere espresso dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici riguardano, in maniera ovviamente dettagliata e puntuale, tutta una serie di aspetti che vanno dal cronoprogramma, al quadro economico, agli aspetti urbanistici e a quelli architettonici e relativi all’edilizia ospedaliera e sociosanitari, nonché geologici, idrologici e idraulici, ambientali, archeologici, sismici oltre a quelli strutturali. 

Riteniamo di fondamentale importanza che tutta la comunità provinciale, a partire dai sindaci, dai consigli comunali, dagli ordini professionali, dalla società civile, dal volontariato siano al corrente delle scelte che verranno prese e che incideranno sulla tutela della salute di ciascuno di noi e di chi verrà dopo di noi. 

Le 33 pagine del parere del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici dovrebbero quindi - concludono Salvo Sorbello, Donatella Lo Giudice, Alberto Leone e Franco Cirillo -  senza che questo comporti ulteriori perdite di tempo (se ne è già perso troppo in tutti questi anni) essere oggetto di veloce ma responsabile approfondimento, per evitare che, eventuali errori, possano poi comportare quei ritardi inaccettabili che stiamo purtroppo verificando in merito ad altre importanti opere pubbliche a Siracusa”.


UN IMPORTANTE PASSO AVANTI VERSO L’EFFETTIVA INCLUSIONE DEGLI STUDENTI CON DISABILITA’ E CONTRO IL BULLISMO

 Un importante passo avanti sulla strada dell’effettiva inclusione degli alunni con disabilità e della lotta al bullismo è stato fatto a Siracusa, dove è stato sottoscritto un innovativo protocollo d’intesa tra la dirigente scolastica del Liceo Corbino, scuola polo del Centro Territoriale di Supporto, Lilly Fronte ed il presidente dell’Osservatorio Civico e del Comitato Consultivo Aziendale dell’Asp di Siracusa, Salvo Sorbello. 

I Centri Territoriali di Supporto sono qualificate istituzioni scolastiche di riferimento per la consulenza, la formazione, il collegamento e il monitoraggio a supporto dei processi di inclusione, nonché per lo sviluppo, la diffusione e il  miglior utilizzo di ausili, sussidi didattici e di nuove tecnologie per la disabilità. Con la sottoscrizione del protocollo tra Lilly Fronte e Salvo Sorbello si intende procedere verso la creazione di una rete di solidarietà più ampia nei confronti delle persone fragili, troppo spesso lasciate sole e con pochi strumenti per tutelarsi. 

L’obiettivo è quindi  quello di promuovere la collaborazione tra scuole, enti locali, servizi sanitari del territorio, associazioni e altri attori attivi nel territorio, per favorire l'inclusione, così da operare in modo sinergico con la realtà locale a beneficio della comunità scolastica. 

Proprio per questo, alla firma del protocollo erano presenti, oltre alla vice presidente e alla segretaria dell’Osservatorio Civico, rispettivamente Donatella Lo Giudice e Cetty Moscatt, Lavinia Lo Curzio e Alessia Di Trapani, che coordinano la commissione per le attività culturali e sociali dell’Osservatorio. A testimoniare l’importanza del momento c’erano anche Maria Concetta Storaci, segretaria dell’Ordine regionale degli Assistenti sociali, Giancarlo Pavano, esperto di ANCI Sicilia per le Politiche Giovanili, Lisa Rubino, presidente del CoProDis (Coordinamento Provinciale Disabilità) e lo psicologo già dirigente Asp Alfonso Nicita.


La Fondazione S. Angela Merici è veramente un'Opera di Chiesa" o meglio, è la "Chiesa all'opera"!

 Ho avuto l’occasione di parlare con diversi protagonisti dell’incontro con Papa Francesco del 6 aprile dello scorso anno, in occasione dei 50 anni di fondazione. E in tutte le loro testimonianze ho colto come il filo conduttore è stato costituito dalla gratitudine per le parole del Santo Padre, che ha voluto sottolineare la predilezione della Madonna per Siracusa e la bellezza della missione portata avanti dalla Fondazione in questi decenni, superando difficoltà di ogni tipo (basti ricordare gli anni della pandemia) per stare sempre dalla parte degli ultimi, delle persone fragili. 

E ha fatto bene la Fondazione Sant’Angela Merici  a ricordare in questi giorni la figura di Francesco con una cartolina che riproduce il testo del discorso del Papa e l'opera pittorica realizzata dall'artista Angelo Moncada, con il volto di Francesco e del Fondatore Monsignor Salvatore Gozzo e raffigura in sintesi tutti i servizi erogati dalla Fondazione Sant’Angela Merici nei diversi centri in cui opera.

"La Fondazione S. Angela Merici è veramente un'Opera di Chiesa" o meglio, è la "Chiesa all'opera"! Che non si ferma, non si può fermare e non si vuole fermare, per essere ogni giorno all'altezza di rispondere ai bisogni di tutte le Persone che bussano alle nostre porte, senza distinzione alcuna, a partire proprio dai più fragili e deboli" ha detto don Alfio Li Noce, presidente del consiglio di amministrazione. "Nelle strutture della nostra Fondazione, la Persona non è solo accolta, curata o guarita: ma è "rigenerata" con amore, per amore! La Fondazione, in tutte le sue strutture, è uno "spazio di amore" in cui si accoglie e si solleva l'uomo, senza distinzione di religione, razza, sesso, età o ceto sociale. Il servizio e l'impegno quotidiano che la Fondazione S. Angela Merici mette in atto è espressione del coinvolgimento di tutti e cerca sempre di coniugare: scientificità e umanità, efficacia ed efficienza, economicità ed etica, didattica e ricerca, intelligenza e volontà, azione e fede.Tutta l'azione della Fondazione è finalizzata ed ha come unico obiettivo quello di rimettere al centro quei "Piccoli" che tendono a noi mani, sguardi, cuori o che semplicemente vengono consegnati a noi in un corpo segnato pesantemente dal limite fisico e mentale o da una condizione di vita particolare. Vivendo tutti i giorni con questi fratelli, impariamo quanto è importante "aiutare" affrontando le reali difficoltà, per proporre nella concretezza gesti e azioni che rispondono ad un'economia in cui prevale l'uomo e la persona sul capitale, un'economia che metta sempre al centro la persona, non il profitto. Si tratta di condividere non qualcosa, ma tutto ciò che siamo, tutto ciò che abbiamo, nella consapevolezza che condividiamo con i fratelli che incontriamo nel cammino, quanto il Buon Dio ci ha donato. E proprio Lei, Papa Francesco, con il Suo magistero, ci sospinge in questa direzione: tutti siamo fratelli e siamo chiamati ad investire in servizio, in amicizia, in attenzioni e soprattutto nell'andare incontro all'altro, chiunque esso sia! Nelle nostre strutture, abbiamo la possibilità di sperimentare la soddisfazione e la gratitudine di quanti vi approdano temporaneamente o stabilmente, per trovare non solo cure, ma anche amicizia, ristoro, sostegno e protezione".

Voglio anch’io ricordare come Francesco ribadiva, in ogni occasione, andando controcorrente,  la sua difesa della vita dal concepimento alla morte naturale, la sua ferma condanna della cultura dello scarto, la necessità che quanti sono più fragili meritano di ricevere più attenzioni, più cure, più affetto, perché tutti hanno diritto a un futuro.

                              Salvo Sorbello - presidente del Forum delle Associazioni Familiari


TORNARE A STURZO

 

 TORNARE A STURZO di Salvo Sorbello

Da tanti anni ormai, da quando suoi concittadini come Peppino Azzaro e siracusani suoi seguaci, come Corrado Piccione, Neli Reale e don Alfio Inserra, mi hanno fatto conoscere ed apprezzare le sue opere, la sua instancabile attività di sacerdote in favore del nostro Paese e della libertà, don Luigi Sturzo è diventato per me qualcosa di più di un grande pensatore, di un autorevole uomo politico.

Posso serenamente affermare che don Sturzo, per il suo illuminante senso etico, per il suo limpido amore per la verità, ha rappresentato e rappresenta per me il maestro da interrogare anche per gli eventi della vita quotidiana. Ha scritto giustamente Oscar Luigi Scalfaro che "solo pensando a don Sturzo si è spinti, si deve essere spinti, a profondo esame di coscienza".

Non ho avuto la fortuna di conoscere personalmente Sturzo, se non altro per ragioni anagrafiche. Tuttavia, sono innumerevoli le occasioni in cui mi sono fiduciosamente rivolto a lui come ad un padre spirituale, ad una guida morale, per riceverne consigli, indicazioni, suggerimenti per problemi di svariata natura, sia politica sia personale. Ed è proprio la straordinaria unione tra la concretezza del politico e la chiarezza dell'uomo di pensiero, che più colpisce quanti si accostano alla figura di don Luigi Sturzo.

Egli ci ha insegnato che se ci si trova davanti a problemi riguardanti la collettività, il bene comune, se si è chiamati ad una responsabilità e si pensa di potere, in tale responsabilità, essere utile alla comunità, non ci si può sottrarre, anche se dallo svolgimento di questi incarichi non deriverà altro che sofferenze, perdite economiche, sacrifici degli affetti familiari. E come ha acutamente evidenziato Marco Vitale, Sturzo ha testimoniato questo suo comandamento morale non con semplici parole ma con l'azione di tutta la sua vita, facendoci vedere che è possibile un retto uso del potere. Sturzo non fuggiva al potere, anzi lo cercava, non per sé ma per servire un'idea sociale e politica, lo cercava come atto di responsabilità, di servizio, come strumento per realizzare. Per una lunga parte della sua vita è stato del potere, comandando, guidando ed esercitando una forte influenza. "Ma io non so ricordare - continua Vitale - un solo episodio dove l'esercizio del suo potere sia stato al servizio di qualcosa di diverso del bene comune: il potere posto quindi al servizio della responsabilità e non di se stesso".

"Troppe liti sull'eredità di don Sturzo", ha scritto Pietro Scoppola sul "Messaggero" di qualche giorno fa.

Ma giustamente Gabriele De Rosa evidenzia che nessun partito può, ai nostri giorni, proclamarsi erede pieno ed esclusivo del sacerdote di Caltagirone. Anzi, la ragione vera dello scarso peso politico dei partiti dell'area cattolica sta nel non aver interpretato ed attuato correttamente il popolarismo sturziano. Sturzo è ancora un profeta inascoltato e proprio alla luce del suo insegnamento ci si rende conto come sia necessario rivedere l'ormai superata forma-partito, visto che quella attuale degenera spesso in partitocrazia (una delle tre malebestie condannate da Sturzo), per cui i soggetti principali non sono i cittadini ma organigrammi impersonali, lontano dai problemi e dal sentire della gente e che esercitano il potere in maniera verticistica.

Ci lascia comunque ben sperare che si parli di Sturzo, che ci si contenda il titolo di seguace del suo pensiero. Molti ricorderanno la risposta assi risentita di Berlusconi a quanti lo accusarono di voler strumentalizzare il sacerdote calatino, di non essere sincero quando sostenne di essere ispirato al patrimonio ideale strurziano al momento di fondare Forza Italia.

Una cosa appare in ogni modo certa, al di là delle polemiche: Sturzo è vivo ed attuale, dopo quarant'anni dalla sua morte. "Senza economia di mercato non c'è libertà politica" affermava Sturzo e ora anche Veltroni si dice d'accordo!

Bisogna quindi tornare a Sturzo ed è necessario farlo non per seguire la moda, oggi in voga, di proclamarsi, a parole, alfieri dell'antistatalismo e del liberalismo. Siamo tutti sturziani e tutti liberali! Anche se per verificare la veridicità di tante "solenni" affermazioni, che puzzano tanto di opportunismo, basterebbe ricordare che, per quanto riguarda la scuola, l'Italia è il Paese più statalista d'Europa, mentre Sturzo ammoniva: "finché la scuola italiana non sarà libera, gli italiani non saranno liberi".

Nonostante qualche battuta d'arresto il bipolarismo andrà sempre più affermandosi ed in tale contesto un ruolo essenziale potrebbero avere i "neo-popolari" sturziani che, proponendosi di rendere ancora vivo ed attuale l'Appello agli "uomini liberi e forti", intendano battersi per garantire l'ideale e l'identità del popolarismo riformista d'ispirazione cristiana, per cercare di colmare la preoccupante frattura, prodotta dalla partitocrazia, tra istituzioni, partiti e cittadini.

Noi torniamo a Sturzo perché siamo attratti dalla forza delle idee e dei suoi valori, ancora straordinariamente attuali, perché vogliamo sentirci meno soli, ma più liberi e più forti sul difficile cammino della ricostruzione morale e politica del Paese.



Protocollo d’intesa tra il Centro Territoriale di Supporto di Siracusa e l'Osservatorio Civico